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LA CHIESA DI S.EULALIA

Non si può conoscere l'epoca in cui i primi cristiani di questa terra costruirono la prima Chiesa. E' certo che la primitiva chiesa esisteva sin dall'anno 1220 poiché a quell'anno risale la prima citazione storica del Parroco di S.Eulalia.
E' evidente che se vi era il Parroco vi sarà già stata la parrocchia e la Chiesa. E' pure certo che della prima Chiesa nulla o quasi rimane. Unico ricordo storico e certo: due Capitelli delle colonne della vecchia Chiesa che si conservano tutt'ora. Se dobbiamo giudicare dai Capitelli, è lecito supporre che la prima Chiesa fosse pure di forma Basilicale come l'attuale e che le colonne dovevano essere belle perché belli sono i Capitelli superstiti. I primi cenni riguardanti le condizioni della Chiesa si hanno nei Registri dell'anno 1693.
La Chiesa arcipretale, sacra a S. Eulalia V. M. (10 dicembre), dicesi consacrata ab immemorabili. Essa è situata nell'interno del paese ed è a tre navate, colla facciata, in stile moderno, volta…

… L'Arciprete Giacomo Gonzaga, "conoscendo l'inevitabile necessità di riparare la Chiesa e la Canonica ridotte ad uno stato non solo pericoloso, ma deforme ed intollerabile, volle provvedere lasciando alla sua morte, erede la Chiesa".
Alla morte dell'Arciprete G. Gonzaga venne nominato Arciprete D. Nocolò Macchiavelli uomo di ingegno e di energia non comune. Questi affrontò coraggiosamente il problema della riforma quasi radicale della Chiesa e si mise subito al lavoro difando nell'aiuto dei parrocchiani e spendendo molto del suo. Primo pensiero fu quello di provvedere la porta grande "omnde chiudere la Chiesa nella quale entravano li cani": sono testuali sue parole. Appianò il Santuario e lo allargò "non potendovisi comunicare che con pericolo ed una positura indecente". Tanto per servirsi ancora della Chiesa vecchia che restava ancora molto scomoda, giacché si trovava sotto terra dovendosi discendere quattro gradini. Dopo otto anni si procurò di riformarla un poco: si fecero le finestre; il Coro nuovo; la rinnovarono tutta; si fecero le otto colonne nuove coi capitelli e piedistallo ecc…" e così la Chiesa non pareva più una stalla".
Fece abbassare ed appianare il cimitero - sagrato - circondante la Chiesa, accomodare la Sagrestia; fece la Camera dei Confratelli; atterrò un torraccio vecchio che era dietro la Chiesa che serviva di "ricovero ai pipistrelli ed agli allocchi".
Furono pure eseguiti molti altri lavori, ma senza disegno e senza intenzione di fare una Chiesa completa nuova. Causa la mancanza di disegno e causa l'incertezza sul concorso dei parrocchiani le cose procedettero senza ordine. Spesso accadde che lavori già fatti, furono poi guastati. Il Coro per esempio fu fatto due volte. Nel 1709 il Comune contribuì a far riattare la Cappella di S. Macario (l'attuale della B. V. di Lourdes) che poi dovette essere rimessa a nuovo nel 1722 per armonizzarla colla Chiesa quasi rifatta di nuovo. In quella Cappella non si poteva celebrare perché "era un nascondiglio di biscie".
Nell'anno 1738 la Chiesa aveva la forma e struttura attuale poiché a quest'anno il Coro tutto in noce, e l'artistico leggio.
Si direbbe che pure i quattro bellini armadi della Sagrestia risalgano a quel tempo poiché sembrano fatti dal medesimo falegname che fece il coro. La bellissima ancona che circonda il quadro e la nicchia di S. Eulalia, opera del falegname Piagnoli, fu fatta mollo tempo dopo (1830) e fu indorata nell'anno 1864. La bella Cantoria fu fatta nell'anno 1755 col concorso del Parroco D. Bresciani e dei parrocchiani.
Nell'anno 1831 la Chiesa fu imbiancata completamente all'interno. Nell'anno 1835 l'Arciprete Angelo Monguidi fece fare al falegname Piagnoli Antonio il Baldacchino sopra all'altare maggiore.
Nell'anno 1847 fu fatto tutto il selciato di pietra tagliata attorno alla Chiesa. Nell'anno 1819 e precisamente dal giorno 12 Giugno al 10 Dicembre, per iniziativa dell'Arciprete Ferrari e col concorso dei parrocchiani, fu rifatta la facciata della Chiesa: come è attualmente.
Negli anni 1916 e 1917, essendo, Arciprete D. F. Freschi, fu risanato e selciato il Presbitero, fatta la balaustra; selciato il coro e lo spazio davanti agli altari laterali. Nell'anno 1919 in occasione dell'entrata in parrocchia del nuovo Arciprete, il Comune ed i parrocchiani fecero pulire internamente ed esternamente tutta la Chiesa; fecero il selciato in mattonelle o marmette di tutta la Chiesa e ulire e decorare tutte le Cappelle delle navate laterali.
Nell'anno 1920 furono fatti di nuovo tutti i banchi; nell'anno 1924 fu fatta la Cappella-Grotta della B. V. di Lourdes e la Cappella di S. Macario; nell'anno 1929 fu inaugurato e consacrato il nuovo Altare maggiore; nell'anno 1935 furono consacrate ed inaugurate cinque nuove Campane, e nell'anno 1936 fu pulita, restaurata e decorata tutta la Chiesa.

Nel periodo di tempo che va dal 1920 al 193 furono fatti indorare N. 14 Candelieri per l'Altare maggiore, leggio, carte glorie e Cornucopi, spendendosi la somma di L. 4.500; il trono della B. V. del Carmine: il tronetto per l'esposizione del SS. Sacramento. Furono pure acquistati i Simulacri della B, V. del Carmine, quello di San Luigi e del S. Cuore di Gesù.
Anche l'organo fu riparato nell'anno 1922. La Via Crucis fu acquistata nell'anno 1932 e la nuova scala del Pulpito fu fatta nell'anno 1935: autore Freddi Leo e fratello.
Volendo fare un riassunto delle spese fatte in questa Chiesa dall'anno 1920 all'anno 1936, si avrebbe un totale di L. 94.974.

I nuovi restauri ormai necessari per il decoro del culto, furono decisi dall'Arciprete con consenso di tutto i1 popolo il giorno che si celebrò la solenne funzione della B. V. di Lourdes coll'intervento di tutte le autorità e di una moltitudine di fedeli che gremiva letteralmente la Chiesa, per implorare la vittoria delle nostre truppe in Abissinia e la incolumità di tutti i nostri soldati e di lutti i lavoratori dislocati in Africa Orientale. Al mattino più di ottocento fedeli si accostavano alla S.Comunione.
I lavori furono iniziati il 27 aprile sotto l'abilissima direzione del pittore A. Covi di Reggio. La decorazione fu eseguita da Tarabusi Nicodemo di Scandiano, l'affrescatura del catino dal pittore A. Covi stesso. In questa viene riprodotta la brevissima cronaca del martirio della nostra Santa come la rileviamo dalle lezioni dell'Ufficio, cronaca che schematicamente è narrata colle parole che si leggono sotto il cornicione della navata centrale che qui si riproducono:

"B. EULALIA FIDE PLENA SPE INTREPIDA CARITATE FLAGRANS AD MARTIRIUM FESTINABAT _ DUM LAMPADIBUS ARDENTIBUS URERETUR DIXIT AD PRAETORI: ASSUM EST CORPUS MEUM IUBE SALE CONSPERGI NE CAELESTI SPONSO INSIPITUM PRAEPARES OLOCAUSTUM _ LAUDES DOMINO CANTANS INCOLUMIS EXIVIT A FLAMMIS".

"S.Eulalia piena di Fede, intrepida per Speranza, ardente di Carità s'incamminava al Martirio. Mentre era abbruciata con lampade ardenti, disse al Pretore: Il mio corpo è già arrostito, comanda sia cosparso di sale per non preparare al Celeste Sposo un insipido olocausto. Cantando Lodi al Signore, uscì incolume dalle fiamme".

Nella volta del Santuario lo stesso artista ha dipinto la gloria della Santa.
A ricordo dei restauri sopraelencati, ed eseguiti col contributo di quasi tutti i parrocchiani. furono poste in Chiesa due lapidi colle seguenti iscrizioni.

La prima è la seguente:

Anno 1936
Offerenti Benemeriti
PER I RESTAURI E DECORAZIONE DI QUESTA CHIESA

l. - Arciprete V. F. D. Amedeo Lumetti
2. - Spett.mo Comune S. Ilario d'Enza
3. - Banco S. Geminiano e S. Prospero
4. - Adorni Dr. Alessandro
5. - Mastronardi Dr. Corrado
6. - Vezzani D. Umberto, Curato
7. - Leda e Bruno Cantarelli
8. - Lumetti Celestina e Genoeffa
9. - Melli Pierino c Sorelle
10. - Baldassarri Bruno
11. - Lumetti Flaminio
12. - Lunetti Giovanni
13. - Uomini Cattolici
14. - Donne Cattoliche
15. - Confraternita SS. Sacramento
16. - Confraternita Maria SS. Addolorata
17. - Melli Enrico
18. - Mainini Faustino e Consorte
19. - Partecipanti Gita a Venezia
20. - Iemmi Ildebrando
21. - Iemmi Adamo
22. - M.tra Irma Tagliavini
23. - Guatteri Giovanni e Consorte.

L'altra lapide contiene la seguente iscrizione:

ANNO D. MCMXXXVI
ITALIAE FILIIS IN AETIOPIA
ITALICO IMPERIO FUNDANDO PROELIANTIBUS
CLERUS POPULUSQUE S.tae EULALIAE
HOC TEMPLUM
RESTAURANDUM DECORANDUMQUE
V O V E R A N T
UT QUI PIE PRECIBUS DEUM ILLIS CONCILTARUNT
PIENTISSIME VICTORIAM IMPETRARENT
MILITES OPIFTCESQUE
SOSPITES INCOLUMES AD PATRIAE FINES
TANTA OPE CONFECTA REDDERENTUR
GRATES DEO FELICITER AGENTES

"I ringraziamenti di lutti i parrocchiani a Dio datore di ogni bene, ed alla B. V. di Lourdes, devono innalzarsi generosi e costanti poiché furono esaudite le loro preghiere: nell'impresa dell'Africa Orientale la parrocchia non ebbe né un morto, né un ferito, né un ammalato grave".

(dal libro di don Lumetti "S.Ilario d'Enza: memorie storiche", 1936)